Riminidamare

Cosa vedere nel centro storico di Rimini.

L’antichissimo insediamento romano di Ariminum, il Museo della Città che ne conserva le testimoninze, il Castello e il Tempio di Sigismondo Pandolfo Malatesta, le bellissime Chiese medievali, i borghi (San Giuliano, Sant’Andrea, San Giovanni, Marina) appena fuori le mura e poi?

Cosa c’è da vedere nel centro storico di Rimini durante una vacanza?

Partendo dalla piazza centrale della città, Piazza Cavour, ancor oggi sede del potere, è possibile ammirare il bellissimo Palazzo dell’Arengo (1204), dove in epoca medievale si amministrava la giustizia e si riuniva l’assemblea del Comune.

Con l’affermarsi della nobile famiglia rurale dei Malatesta, originaria di Pennabilli, a cui il Comune di Rimini concesse la cittadinanza e regalò cento lire ravennati per l’acquisto di case in città (forse il primo nucleo della futura rocca) in cambio di sostegno in caso di guerra, nel 1248 il potere passò ai guelfi capeggiati dal “Mastin Vecchio”, che cacciò il vecchio podestà e le famiglie ghibelline guidate dalla famiglia dei Parcitadi. E fu proprio sotto il dominio dei Malatesta che accanto al palazzo dell’Arengo sorse il Palazzo del Podestà.

Un altro palazzo si affaccia su questa piazza, Palazzo Garampi, oggi sede del Comune.
Edificato dall’architetto L. Carducci (1562) su disegno di Serio, crollò a causa di un forte terremoto nel 1672 e fu ricostruito nel 1687 da Francesco Garampi da cui prese il nome.

Al centro della piazza, invece, svetta l’imponente statua in bronzo di Paolo V, opera di Nicolò Cordier e Sebastiano Sebastiani ,monumento eretto dalla cittadinanza in segno di gratitudine al papa nel 1614.

A pochi metri dalla statua c’è la Fontana della Pigna che, costruita in epoca romana, sfruttando l’acqua di un pozzo distante circa 900 m, rappresentò per gli abitanti l’unica fonte cittadina di acqua potabile fino all’inaugurazione dell’acquedotto pubblico nel 1912. La fontana subì nei secoli diverse ristrutturazioni a partire da quella commissionata e finanziata con 500 scudi da Papa Paolo III, in occasione di una sua visita alla città nel 1541e che venne realizzata nel 1543 da Giovanni Carrara. Ed è proprio in segno di ringraziamento che i cittadini posero sulla sua sommità la statua di San Paolo. La pigna sostituì la statua nel 1807, dopo che i soldati francesi nel periodo napoleonico la danneggiarono.

La storia della fontana è documentata dalle numerose lapidi e dalle scritte commemorative apposte sui suoi tamburi tra cui spicca il ringraziamento a Papa Paolo III “Pauli III pont. Max Munus, Anno Gratiae MDXXXXIII” e la frase pronunciata da Leonardo da Vinci nel corso di una sua visita a Rimini, colpito dall’armonia delle fontanelle “Fassi un’armonia con le diverse cadute d’acqua, come vedesti alla fonte di Rimini, come vedesti addì 8 d’agosto 1502”.

Ma non è tutto, perchè è sotto questa fontana che si cela il mistero della galleria sotterranea che secondo alcuni giunge fino a Castel Sismondo e si collega a quel labirinto di grotte tufacee presente al di sotto del Colle di Covignano. Da qui la famosa leggenda dei Frati Bianchi artefici di “riti cruenti e blasfemi” e del loro Tesoro Maladetto nascosto in uno di questi passaggi sotterranei.

Di fronte alla fontana nel 1747 venne costruita dal Comune su progetto di Giovan Francesco Buonamici la Pescheria. Ancor oggi è uno dei luoghi più pittoreschi della città e sulle lunghe tavolate in marmo dove un tempo  venivano stese le casse di pesce oggi vengono esposte opere e manufatti, in occasione di mostre artistiche e mercatini d’artigianato locale.

La facciata del Teatro Amintore Galli che guarda la piazza è ciò che rimane, invece, della bellissima struttura progettata da Luigi Poletti e realizzata tra il 1843 e il 1856. Inaugurato l’anno successivo con “l’Aroldo” di Giuseppe Verdi, il teatro andò distrutto con la grande guerra.

Superata la piazza in direzione mare, in Via Gambalunga, spicca il Palazzo costruito nel 1610 da Alessandro Gambalunga e donato tramite lascito testamentario insieme alla sua straordinaria Biblioteca, una delle più antiche e importanti d’Italia, al Comune.

Infine il foro della città romana, oggi Piazza Tre Martiri, è dominato dalla Torre dell’Orologio (1547) ricostruita nel 1753 da Giovan Francesco Buonamici. Oltre al normale quadrante delle ore ne ha un altro che segna giorni, mesi e lunazioni.

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